23 Aprile 2024


EMIGRAZIONE COLLESE
NEL MONDO

Colli a Volturno - Isernia








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STORIA DI UNA RECENTE EMIGRAZIONE

13-06-2022 21:19 - Notizie




Questa intervista a Giulio Campellone, va ad arricchire le ricerche che il gruppo della Emigrazione Collese nel mondo sta facendo, ed è nata dalla curiosità di conoscere argomenti e motivazioni che inducono un giovane dopo gli anni 2.000 ad emigrare in una nazione così diversa e distante dalla nostra.

Giulio Campellone, Collese doc della frazione di Cerreto, nato il 1977 da Anna D'Alessio e dal mitico Antonio, soprannominato “Gimondi” per il suo amore verso la bici e per le tante corse vinte, da circa undici anni si è trasferito in Irlanda dove attualmente sta intraprendendo il percorso di Guida Turistica Nazionale.

Diplomatosi ad Isernia nel 1998 presso l’ISTITUTO TECNICO COMMERCIALE “ E. FERMI” in seguito ha svolto diversi lavori.

Nel corso di questi anni in Irlanda ha lavorato sempre come barman/cameriere in alcuni ristoranti italiani e per un anno in un hotel 4 stelle a Dublino, inoltre ha gestito un piccolo bar coffee-shop per 2 stagioni di fila in una Ice Skating Arena nel periodo natalizio ed ha avuto una piccola esperienza in ufficio lavorando per circa un anno in amministrazione.

Un personaggio sempre alla ricerca di emozioni e del bello, disponibile a rimettersi in discussione in un paese dove le opportunità non mancano.

Non mancano nella sua abitazione, foto e cartoline di Colli che dimostrano l’amore e l’attaccamento verso il proprio paese che difficilmente potrà dimenticare.

Grazie Giulio per esserti concesso e messo a nudo in questa intervista, Auguri per il tuo proseguo in Irlanda con un grazie particolare dal gruppo del sito web: www.emigrazionecollesenelmondo.it





INTERVISTA



Giulio, perché hai scelto l’Irlanda, quale legame con questa nazione.

La mia passione per l'Irlanda nasce nel 2004 quando ho fatto il mio primo viaggio a Dublino seguito da altre 3 brevi vacanze sempre nell'Isola di Smeraldo prima di trasferirmi definitivamente nel marzo del 2011.

Comunque l'amore per questa Terra magica era gia sbocciato qualche anno prima, anche se non sono un musicista, grazie alla musica di gruppi e artisti irlandesi che passavano sulle radio italiane negli anni '90, su tutti gli U2, Cranberries, Sinead O'Connor, Enya, Van Morrison, i Corrs ma la lista è lunga.

Da non dimenticare inoltre 3 ciclisti irlandesi molto conosciuti in Italia negli anni'80-'90 come Sean Kelly, Paul Kimmage e soprattutto Stephen Roche.

Quest'ultimo nel 1987 realizzò l'impresa di vincere il Giro d'Italia, il Tour de France ed il Mondiale e le sue lacrime sul podio sono ancora uno dei ricordi più belli che conservo da bambino quando ho provato a seguire, con poco successo, le orme di mio padre Antonio detto Gimondi, sulle due ruote. Poi come dimenticare il Mondiale di calcio Italia '90 dove la nostra Italia vinse con un gol di Schillaci proprio contro l'Irlanda che partecipava per la prima volta ad una fase finale di un Mondiale di calcio?

Secondo me era tutto scritto!



2 Cosa ti ha indotto a lasciare Colli a Volturno tuo paese di nascita

Lasciare Colli, ,il Molise e l'Italia non è stato per niente facile, avendo avuto un'attività commerciale abbastanza conosciuta e ben avviata per quasi 9 anni in un posto di importanza turistica e storica come La Cartiera a Castel San Vincenzo, proprio ai confini del parco Nazionale di Lazio, Abruzzo e Molise. Il bar-pizzeria si chiamava e si chiama ancora Botte 40, molto frequentato da collesi ma anche dagli abitanti di tutta la valle del Volturno e da numerosi turisti soprattutto durante il periodo estivo. Non potrò mai dimenticare il giorno in cui ho chiuso le serrande del bar ma soprattutto il giorno in cui sono partito con un biglietto di sola andata, 2 valigie e tanta malinconia...era il 30 marzo 2011! La curiosità e il desiderio di aprirmi la mente e confrontarmi con un altra realtà e con una nuova cultura è stato più forte di me nonostante lasciarsi tutto alle proprie spalle e ricominciare una nuova vita sia stato davvero duro, poi farlo a quasi 34 anni e ' diverso che farlo a 20. Il coraggio me lo ha dato la filosofia di vita in cui credo e i miei preziosi compagni di fede che hanno sempre creduto in me, perché non tutti lo sanno ma io pratico da quasi 18 anni il Buddismo della Soka Gakkai...per intenderci lo stesso in cui crede Roberto Baggio e tantissime persone in Italia e non. Il nostro obiettivo è la pace nel mondo partendo dalla propria rivoluzione umana, vale a dire sfidarsi in un dialogo cuore a cuore con tutte le persone che incontriamo ogni giorno, creando legami umani ovunque andiamo e arricchendo la nostra vita dalla diversità di ogni singolo individuo. In questi anni mi sono confrontato davvero con il mondo intero, creando legami di assoluto valore con persone molto diverse dalla mia cultura e dal posto da dove sono cresciuto...ma alla fine tutti desideriamo la stessa cosa, cioè vivere e coesistere in un mondo pacifico senza la minaccia di guerre e di armi nucleari rispettando la sacralità della vita.



3 Quale è stato l’impatto con una realtà totalmente diversa dall’Italia



A dirti la verità, l'inizio è stato alquanto duro perché il mio inglese scolastico era abbastanza approssimativo e cercare lavoro non è stato per nulla facile. Ma gli ostacoli non sono finiti subito perché soltanto lavorare e comunicare con persone di altre nazioni in una lingua non tua è stata una bella sfida..., anche il solo fatto di trovare un' alloggio, affittare una casa e condividerla con persone sconosciute è stata parte dell'esperienza personale che mi ha fatto crescere umanamente. Per fortuna noi italiani all'estero facciamo subito 'comunella' e per questo ho trovato nuovi amici di varie parti d'Italia con cui ho stretto bellissime amicizie e con le quali ci sentiamo o ci vediamo spesso, in alcuni casi lavoriamo ancora insieme. E questo è stato il bello di sentirsi a casa anche stando all'estero, ora posso dire davvero di avere un amico per ogni regione italiana, come loro stessi adesso conoscono il mio amato Molise. Ma non è finita qui, in questi anni ho conosciuto e continuo a conoscere gente di tutto il mondo, molti dei quali sono colleghi immigrati proprio come me da ogni angolo del pianeta. Per citare alcune nazioni posso dire il Giappone, come la Corea del Sud, la Lituania, l'Ecuador, il Brasile piuttosto che l'Ungheria o la Polonia, etc...



4 La società come accoglie i lavoratori provenienti dalla Comunità Europea ed in particolare gli Italiani? Danno la priorità al merito e alle competenze?

Come dicevo nella risposta precedente, l'Irlanda è un posto unico per quanto riguarda l'accoglienza e l'ospitalità, la gente è socievole e gentile. Dublino è diventata una capitale dinamica, sempre in fermento dal punto di vista culturale e proiettata verso il futuro dove la metà della popolazione è al di sotto dei 25 anni. Il popolo irlandese, fiero ed indomito, ha dovuto subire il giogo dell'imperialismo (o colonialismo) inglese per quasi 800 anni fino alla propria indipendenza che si è realizzata soltanto nel 1922....infatti non a caso gli Irlandesi sono definiti come il popolo più latino del Nord Europa, quindi molto simili a noi. Dal punto di vista lavorativo per i cittadini Europei risulta più facile inserirsi, in più la burocrazia è meno complicata e si da tanta importanza alle competenze del lavoratore ma anche alla formazione, in cui lo Stato investe tante risorse nei diversi settori. Ovviamente i problemi ci sono anche qui e la città è diventata abbastanza cara per quanto riguarda gli affitti infatti al momento è molto difficile trovare alloggi disponibili, sia per i nuovi immigrati che per le persone che risiedono qui da anni. Dopo questi 2 anni di pandemia tante persone sono andate via, tra cui diversi miei amici italiani e c'è tantissima richiesta di forza lavoro soprattutto nel settore dell'ospitalità e della ristorazione; una cosa c'è da dire, i salari sono molto competitivi rispetto all'Italia, c'è una paga minima oraria e lo stipendio viene pagato puntuale ogni settimana o ogni 15 giorni. Un'altra cosa che apprezzo è il fatto che qui è possibile riqualificarsi a qualsiasi età ed anche a 50 anni è possibile cambiare il proprio percorso lavorativo nonostante una persona abbia fatto un lavoro completamente diverso anche per anni.

5 Ti senti realizzato?



In tutta sincerità mi sento abbastanza realizzato perché ho raggiunto un obiettivo o meglio un sogno che era quello di visitare la famosa "Isola di Smeraldo" scoprendo più posti possibili . In realtà la mia esperienza non può ritenersi ancora conclusa, nonostante abbia viaggiato in lungo e in largo molto spesso in compagnia del mio fidato zaino tutte le 26 contee della Repubblica d'Irlanda. Questo splendido paese ogni anno attrae milioni di visitatori da tutto il mondo e ho realizzato di essere molto fortunato ad essere già sul posto, per cui ho usato i miei giorni di riposo in qualunque stagione, per saltare su un bus e scoprire qualche luogo nuovo o qualche paesino nascosto. Ho scattato centinaia di foto in paesaggi da cartolina e ho conosciuto la gente locale, sempre gentile e ospitale soprattutto le persone anziane che sembrano custodire una saggezza ormai perduta....e devo confessare che mi sono sempre sentito a casa e mai uno straniero! In tutto il mondo ci sono circa 80 milioni di persone che possono vantare origini 'Irish', soprattutto in Usa dove ne risiedono circa 45 milioni ma anche Canada, Australia, Nuova Zelanda, etc...Quindi ci sono molte similitudini con la nostra storia di emigrazione all'estero che ci accomuna al popolo irlandese.



6 Qualche volta pensi a Colli ed agli amici che hai lasciato?



Certamente che ci penso a Colli, al Molise e a tutte le persone importanti che ho lasciato giù in Italia. Non ho mai dimenticato i posti bellissimi dove sono cresciuto anzi lasciamelo dire, la distanza aiuta a vedere meglio le cose che ti mancano e che prima non apprezzavi mentre le avevi sotto gli occhi e a portata di mano! Dove abito ora ho la foto appesa di Colli a Volturno e diverse cartoline del mio Paese, che mostro sempre con orgoglio e un po' di nostalgia a i miei tanti amici irlandesi e non, che vengono a casa mia. Anche non essendo uno chef, mi piace spesso cucinare molisano e non mi faccio mai mancare i prodotti unici della nostra terra, possa essere il tartufo piuttosto che l'olio di casa, un caciocavallo o un bel pacco di pasta La Molisana. Tra l'altro questa mia esperienza in Irlanda ha rafforzato in maniera indescrivibile il rapporto con la mia amata Famiglia, soprattutto con mia sorella Antonella con cui ci sentiamo praticamente ogni santo giorno. Un'altra cosa bellissima è che proprio qui ho conosciuto in questi anni tante persone della provincia di Isernia che sono venute in vacanza e a cui ho fatto da Cicerone. Grazie sempre all'Irlanda ho creato sincere amicizie e ogni volta non vedono l'ora che torni in Molise per stare un po' insieme e ricordare con affetto il loro soggiorno irlandese.









7 Hai il desiderio di tornare a vivere in Italia creando una tua attività?



Sicuramente il desiderio c'è e la voglia e la tentazione di tornare in Italia ed in Molise è sempre forte, diversi amici italiani lo hanno fatto soprattutto dopo questi 2 anni di pandemia. Di aprire una mia attività non ne sarei sicuro visto che ho già fatto questo tipo di esperienza, ma mi piacerebbe sfruttare l'opportunità di poter lavorare con l'inglese che dopo questi 11 anni parlo e scrivo correttamente. Ci sono tante cose da poter fare, c'è soltanto bisogno di usare la creatività e avere uno spirito di iniziativa usando le risorse che già abbiamo, magari creare qualche cosa nel turismo per promuovere la nostra regione a 360 gradi e far scoprire le nostre bellezze anche ai turisti fuori dall'Italia... perché no? Come ben sappiamo il Molise ha tanto da offrire al pari di altre regioni ben più conosciute e gettonate e mi fa piacere sapere che la "Regione che non esiste" finalmente da 2-3 anni è stata scoperta ma in verità è sempre esistita!



8 C’è qualche legame fra l’emigrazione collese della fine ottocento fino agli anni sessanta con la tua del terzo millennio?



Sinceramente non saprei dirti il legame tra l'emigrazione del secolo scorso con quella legata ai giorni nostri. Indubbiamente la ricerca di condizioni di vita migliori e di un benessere non soltanto economico può essere uno dei tanti motivi, di sicuro in tempi passati la povertà e la mancanza di prospettive future è stata una causa molto importante. I nostri compaesani che sono emigrati a cercare fortuna in Usa, Australia, Canada, Germania, Belgio, Francia, etc... hanno sofferto davvero tanto e con grande coraggio si sono lasciati tutto alle spalle partendo con la famigerata valigia di cartone legata con lo spago. Hanno affrontato viaggi lunghi verso nuove terre per molti sconosciute e accettato lavori umili e massacranti, molto spesso anche discriminati e trattati come persone inferiori. Adesso è tutto più semplice, partendo con lo Smartphone, una Postepay e con un biglietto di volo low-cost si può viaggiare più o meno in tutta Europa...mal che vada si può sempre tornare a casa di mamma e papà. Dal mio punto di vista quando si viaggia all'estero bisogna adottare una 'mente internazionale' come insegna il mio amato Maestro Daisaku Ikeda, presidente della organizzazione buddista Soka Gakkai in cui credo. Questo concetto che ho fatto mio sin dal primo giorno vuol dire che quando si visita un Paese straniero dovremmo provare a rispettare la cultura, i valori e le tradizioni del posto che ci sta ospitando. Per inserirsi nella nuova società in cui si vive è importante non cercare solamente fortuna o tornare a casa pieno di successi e soldi, ma bisogna essere pronti a impegnarsi in quel Paese, e se necessario, a viverci permanentemente amandolo e contribuendo al suo sviluppo. Soltanto con questo tipo di determinazione si potrà ottenere la fiducia di quella nazione e creare legami sinceri con la gente del posto.



9 Quale la tua vita in Irlanda e la gente che rapporto ha con te



Premetto che la vita è abbastanza frenetica ed il lavoro, come ovunque, occupa gran parte del tempo, ma nonostante tutto ho una vita sociale molto dinamica. Dublino è una capitale europea con un milione e mezzo di abitanti includendo tutto l'hinterland ed ha una baia che si estende per quasi 50 chilometri, eppure a volte sembra davvero di stare a Colli o in un piccolo paesino di provincia dove si sa tutto di tutti! Infatti è molto facile rivedere amici ed ex-colleghi un po' ovunque o ascoltare storie di persone conosciute soprattutto nel famoso "Italian Quarter", il quartiere italiano in cui lavoro che sta proprio in centro. Il bello di una città multirazziale e multiculturale che accoglie ogni tipo di minoranza ti da davvero la sensazione di essere connesso con tutto il mondo, in più avendo mare, montagna e collina a pochi minuti di distanza ti permette di fare diversi tipi di attività all'aperto. Inoltre ci sono eventi culturali in ogni mese dell'anno e non dimentichiamoci che questa piccola isola vanta ben quattro premi Nobel per la Letteratura oltre che a scrittori del calibro di Bram Stoker, Oscar Wilde, James Joyce, Jonathan Swift, etc... Sicuramente è una città che da tanto e pretende anche tanto, ma è l'attitudine delle persone che ci vivono che fa la differenza e io mi ritengo sempre un'ospite di questa terra che amo come se fosse il mio paese natale. Il mio segreto è stato ed è quello di coltivare il mio piccolo sogno giorno dopo giorno e quando mi guardo indietro ripensando da dove sono partito, capisco che questa esperienza mi ha fatto arricchire incredibilmente a livello umano rendendomi una persona diversa con molta più autostima, rispetto per se stessi e per il prossimo. Un piccolo consiglio che posso dare a tutti i giovani collesi e non, è quello di fare un'esperienza all'estero, anche per un breve periodo, per confrontarsi con persone e culture diverse per poi tornare in Italia, che è e rimane a detta di tutti, ancora il Paese più bello del mondo. Grazie di cuore a Giuseppe per avermi dato l'opportunità di raccontare la mia esperienza a tante persone che mi conoscono e non con la speranza di aver incoraggiato soprattutto tanti giovani a credere nei propri sogni e nelle loro capacità, guardando al futuro con ottimismo e determinazione senza mollare mai!



Fonte: Giuseppe D'Acchioli intervista a Giulio Campellone

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